Una serata da Maestro
Vincere, dimenticare, vincere ancora. È questo il mantra della Juventus, la regola imprescindibile che deve essere assimilata da tutti i componenti nel più breve tempo possibile. Data la premessa, discutere il giorno dopo del successo sulla Roma può apparire incoerente, poiché la mente dovrebbe già esser proiettata alla sfida di martedì, valevole per l’accesso alla finale di Coppa Italia, ma qualche appunto è degno di essere sottolineato ed analizzato in assenza dell’adrenalina tipica che pervade il tifoso in presenza della Vecchia Signora.
Ciò che sorprende e che lascia increduli è quello che emerge dalle disamine dei vari addetti ai lavori, i quali hanno giudicato il match di ieri come un enorme passo indietro sotto il piano del gioco della Juventus, la quale deve tutto al proprio numero 7. Beh, avere in squadra Cristiano Ronaldo non rappresenta affatto una colpa, è il quid per cui ogni club farebbe carte false e pace se è lui a decidere le partite. D’altronde è il suo mestiere, è il motivo per cui è stato ingaggiato.
Il mese appena trascorso ha dimostrato ad ampio raggio come i bianconeri non risultino totalmente disarmati senza il proprio fuoriclasse principe (o sarebbe meglio dire re) al top della forma, anzi, al contrario, è emersa la squadra intesa come gruppo che sa giocare insieme e riesce a sopperire persino ai momenti difficili dei calciatori più rappresentativi.
Ciò che è stato da molti descritto come il naufragio del progetto tecnico non è altro che l’altra faccia della medaglia dell’acume tattico, della scelta consapevole di Pirlo e del suo staff, nonché dell’abilità nel modulare questo gruppo in maniera sicura ed autoritaria in base alle esigenze, in base all’avversario, in base alla componente umana a disposizione. Eravamo abituati a vedere una Juventus aggressiva, costantemente asfissiante sul portatore di palla avversario e con una linea difensiva clamorosamente alta; ieri è stato l’esatto opposto.
I bianconeri hanno dato dimostrazione di sapersi adattare, di essere in grado di soffrire e di rispettare le peculiarità dell’avversario, salvo colpirlo al momento opportuno. Un passo indietro? Affatto! Sono almeno due passi in avanti.
I ragazzi hanno svolto alla perfezione il piano tattico studiato in sala video, hanno mutato il loro solito modo di scendere in campo e, come naturale conseguenza, si sono accaparrati i tre fondamentali punti senza, tra l’altro, concedere nemmeno limpide occasioni gol agli avversari.
Un saggio delle competenze di Pirlo, che ancora ha tanto da imparare da tecnico e che, come tutti gli umani, continuerà a commettere errori, ma che, da neo-allenatore in una stagione a dir poco atipica per l’emergenza covid, privato delle classiche amichevoli del precampionato e con un gruppo rimpolpato da calciatori provenienti da altre leghe, sta pian piano di