Da Barcellona a Genova, con qualche certezza in più.
Ancora ci si chiede se davvero la squadra andata in campo a Barcellona indossando le stesse magliette di quella che aveva disputato tre giorni prima il derby di Torino sia la stessa, eppure superati stupore, (giusta) euforia e speranza di aver finalmente imboccato la strada giusta, sale forte la sensazione di aver visto in Catalogna quella che finalmente potrebbe essere considerata la formazione titolare, o comunque quella da cui Pirlo dovrà attingere per un buon 70-80% quando dovrà scegliere i futuri “Starting XI”.
Con il passare delle settimane, mentre aumentavano le perplessità su alcune scelte tattiche del mister bresciano e si faceva fatica a capire se fossero stati individuati dei “fedelissimi”, si è diffusa maggiormente la convinzione generale che questa rosa sia, sulla falsariga di quelle delle precedenti due, tre stagioni, fatta apposta per rendere al meglio con un classico 4-3-3, a maggior ragione ora che abbiamo un numero 9 che a Cristiano possa ricordare il Benzema madrileno, e che comunque abbondiamo di esterni veloci che si esaltano a rientrare sul piede preferito, che sia il destro o il sinistro.
A Barcellona non abbiamo di certo visto un 4-3-3 ma qualcosa che somiglia di più ad una difesa che copre stabilmente a 4 e e ci resta anche in fase di costruzione, con la presenza di due terzini veri e propri che per buona parte della gara si sono occupati maggiormente della fase difensiva che di quella offensiva, in particolare a destra dove la presenza di Danilo ha fatto sì che Cuadrado stazionasse abbastanza stabilmente nella metà campo avversaria.
A centrocampo invece si è avuta l’idea di una copertura più saggia e stabile in fase di non possesso, grazie
soprattutto alla prestazione tutta muscoli e cuore di Wenston McKennie, l’americano che tutti guardavamo con circospezione fino a un mese fa, ma che sembra essere al momento l’unico vero giocatore irrinunciabile del roster di centrocampo, sia perché aiuta visibilmente la mediana quando c’è da coprire ma soprattutto perché ha dimostrato di essere per ora il più bravo a buttarsi in area di rigore a cercare il famoso spazio morto “senza palla” che spesso si tramuta in gol quando le cose vengono fatte bene.
Altro dettaglio non di poco cpnto è la presenza da sano e soprattutto molto attiva di Aaron Ramsey, che però allo stesso tempo rappresenta anche la più grande delle incognite a causa delle continue e storiche problematiche fisiche che hanno afflitto il Gallese durante tutta la carriera.
Sapere di averlo a disposizione con continuità per tutta la stagione sarebbe una manna dal cielo, considerato che nella serata europea Aron è riuscito a dimostrare perché Pirlo continui a riporre tante speranze in lui, come del resto aveva mostrato di averne anche Sarri, almeno nel primo trimestre della sua esperienza juventina, prima di arrendersi anche lui ai sopracitati problemi fisici.
Per quanto riguarda la naturale richiesta di conferme al prossimo appuntamento ufficiale, la partita di Genova di domenica prossima contro i rossoblù è il miglior banco di prova possibile vista la tipologia dell'avversario, alla ricerca di punti per tirarsi fuori dai bassifondi di classifica, e la necessità di trovare continuità di vittorie in campionato che a questo punto diventa prioritaria avendo messo in cassaforte il passaggio agli ottavi di Champions League, addirittura e insperatamente da primi. Un motivo quindi ulteriore per aspettare di scoprire le scelte di formazione di Andrea Pirlo.
By: @djnc78